mercoledì 2 ottobre 2013

Osservatorio nazionale sulla Sclerosi Multipla e CCSVI

"I pazienti ammalati di sclerosi multipla operati di insufficienza venosa cerebro-spinale cronica hanno mostrato miglioramenti sintomatologici dopo l'intervento: abbiamo casi in cui la vescica torna a funzionare normalmente, la deambulazione e la vista migliorano, la stanchezza quasi sempre diminuisce o scompare, così come i disturbi sessuali. I risultati della terapia sono molto incoraggianti, benché non curi la sclerosi multipla e i pazienti non devono interrompere le cure farmacologiche". Lo ha detto il dottor Ciro Gargano, presidente dell'Osservatorio nazionale sulla Sclerosi Multipla e CCSVI, nel corso della tavola rotonda "Sclerosi multipla, la Ccsvi può migliorare la qualità della vita degli ammalati" che si è svolta oggi alla Confcommercio di Napoli.
"I malati di sclerosi hanno spesso un restringimento delle giugulari e di una vena del torace che si chiama azygos; e questa stenosi pare legata alla sclerosi a placche, peggiorandone i sintomi e l'evoluzione. Se le vene del collo e del torace che fanno defluire il sangue dal cervello al cuore sono ristrette - ha spiegato Gargano -, il sangue ristagna nell'area celebrale. 'Liberare' con un intervento di angioplastica le vene potrebbe ridurre o eliminare gran parte dei sintomi della sclerosi multipla, una malattia che, per ora, non ha cause accertate né una cura risolutiva".
"L'obiettivo dell'Osservatorio - ha evidenziato Dino Franco Vitale, direttore scientifico dell'Osservatorio, cardiologo e docente di bio statistica - è di raccogliere i dati dai centri di radiologia interventistica pubblici e privati. Questi dati verranno analizzati e messi a disposizione di tutti gli studiosi interessati nell'analisi della Sclerosi Multipla, della Insufficienza Venosa Cerebro Spinale Cronica ma soprattutto, interessati al miglioramento della qualità di vita di questi pazienti".
"La nascita dell'osservatorio - ha sottolineato Maria Ipri, segretario nazionale dell'Associazione di ammalati sclerosimultipla.com - è un importante passo in avanti nella battaglia per il diritto all'informazione giusta e d'avanguardia, lotta che i malati di SM si trovano a dover affrontare prima ancora di quella per il diritto alla cura. Abbiamo la fortuna che sia un italiano, il prof. Paolo Zamboni, ad aver portato alla ribalta questa metodica e di avere medici validi come Ciro Gargano con una vasta esperienza maturata nello specifico settore, per cui finalmente l'Osservatorio potrà dare omogeneità e risalto a tutte le informazioni che abbiamo disponibili ma che finora non sono ancora state catalogate e valutate in maniera omogenea".
Michele Rendace, chirurgo vascolare e coordinatore dei chirurghi vascolari dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ha rimarcato che "nei soggetti affetti da CCSVI c'è un accumulo di ferro nella zona peri-venosa cerebrale, che dà luogo alla formazione delle cicatrici e poi si evidenziano nella sclerosi. La speranza è che la ricerca possa fare i giusti passi avanti".

Uno degli obiettivi primari -- ha spiegato Maila D'Antonio, psicologa e segretario dell'Osservatorio - è senza dubbio quello di studiare i risvolti psicologici che la sclerosi multipla ha sugli ammalati e sui loro parenti e di far luce sulle limitazioni poste dai deficit cognitivi presenti in questa patologia".

Ad oggi sono stati eseguiti più di 8 mila interventi in Italia ed oltre 40 mila nel mondo. Gargano da marzo 2011 è lo sperimentatore responsabile dello studio osservazionale no profit, finalizzato alla valutazione dell'EDSS (Expanded Disability Status Score) dei pazienti affetti da sclerosi multipla e da Insufficienza Venosa Cerebro-Spinale Cronica trattati con angiodilatazione percutanea. La prima sperimentazione dell'angiodilatazione percutanea su 65 malati di sclerosi multipla con "insufficienza venosa cerebrospinale cronica" è avvenuta a Ferrara nel 2007 ad opera del prof. Paolo Zamboni ed i risultati, presentati nel 2009 e pubblicati anche dal New York Times, hanno offerto una nuova speranza per i malati di sclerosi multipla.
All'incontro, introdotto da Mariolina Formisano, consigliere di giunta della Confcommercio Imprese per l'Italia della Provincia di Napoli, presieduta da Pietro Russo, è intervenuta anche Olga Narciso, vicepresidente nazionale dell'associazione Buona Sanità.http://youtu.be/n_7v1Elr_ew

2/10/2013 Matteo Dall'Osso su farmaci Geymonat e governo non chiarisce

sabato 28 settembre 2013

miglioramento della qualità di vita di questi pazienti”.

“L’obiettivo dell’Osservatorio - ha evidenziato Dino Franco Vitale, direttore scientifico dell'Osservatorio, cardiologo e docente di bio statistica - è di raccogliere i dati dai centri di radiologia interventistica pubblici e privati. Questi dati verranno analizzati e messi a disposizione di tutti gli studiosi interessati nell'analisi della Sclerosi Multipla, della Insufficienza Venosa Cerebro Spinale Cronica ma soprattutto, interessati al miglioramento della qualità di vita di questi pazienti”.
http://www.julienews.it/notizia/salute-e-benessere/sclerosi-multipla-gargano-angioplastica-pu-migliorare-qualit-della-vita/315782_salute-e-benessere_10.html

VIVA LA VITA

http://youtu.be/9ydoKLZH5v8

venerdì 27 settembre 2013

Roma, 26 set. (Adnkronos Salute)

Roma, 26 set. (Adnkronos Salute) - (Embargo ore 18.00) - Il sistema immunitario si eredita. In buona parte. Lo svelano i geni studiati nella popolazione sarda, considerata ideale per gli studi di genetica, generalizzabili per tutto il resto dell'umanita'. La ricerca, coordinata dall'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr, ha coinvolto 30 scienziati, italiani e stranieri, che hanno anche identificato con precisione ben 23 varianti genetiche legate a patologie autoimmuni. Lo studio, che apre strada a interessanti prospettive di cura, e' pubblicato sulla rivista Cell.

"Dal nostro studio - spiega all'Adnkronos Salute Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) e professore di Genetica medica presso l'Universita' di Sassari - emergono tre evidenze scientifiche importanti. La prima e' che la conta delle cellule del sistema immunitario e' influenzata non solo dalle infezioni e dall'ambiente ma anche dai geni. In pratica ha una forte base ereditaria. Abbiamo poi stabilito - aggiunge il ricercatore - per ciascuno degli oltre cento tipi cellulari l'esatto contributo di geni e ambiente e fornito indicazioni molto precise - nomi, cognomi e indirizzi - dei geni principalmente responsabili per questi effetti sulla conta delle cellule del sistema immune".

Infine, continua l'esperto, "abbiamo scoperto che gli stessi geni, agli stessi indirizzi, non solo influenzano la conta delle cellule, ma hanno un peso anche sul rischio di specifiche malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, la sclerosi multipla, l'artrite reumatoide". Quindi la ricerca "apre delle interessati prospettive rivelando 'bersagli' terapeutici, per la cura di queste malattie", spiega ancora Cucca sottolineando che la ricerca 'Genetic variants regulating immune cell levels in health and disease', a completa guida italiana, e' 'figlia' dello studio genetico longitudinale (ProgeNIA/SardiNIA, che studia le basi genetiche di oltre 800 parametri di rilevanza biomedica) che ha attratto nell'isola ricercatori e istituzioni straniere, invertendo la tendenza della 'fuga' di cervelli. (segue)

(Ram/Col/Adnkronos) 26-SET-13 16:09
(9Colonne) Roma, 26 set - Il team di ricercatori ha analizzato il ruolo dei geni nella regolazione dei livelli di circa 100 differenti tipi cellulari attraverso uno studio di associazione condotto in un totale di 2.870 individui provenienti da quattro paesi della Sardegna e appartenenti al progetto ProgeNIA/SardiNIA, che studia le basi genetiche di oltre 800 parametri di rilevanza biomedica. In questo studio inoltre il profilo genetico individuale è stato esaminato a un livello di risoluzione senza precedenti, grazie al sequenziamento dell'intero genoma di molti individui inclusi nello studio. "La ricerca coniuga per la prima volta due aree di indagine separate: l'analisi cito-fluorimetrica per l'esame dettagliato dei livelli delle cellule del sistema immune e il profilo genetico degli individui esaminati, chiarendo così importanti aspetti della regolazione genetica dei livelli delle cellule del sistema immunitario", spiega Valeria Orrù, ricercatrice dell'Irgb-Cnr. "Sono state identificate 23 varianti genetiche indipendenti associate a particolari cellule immunitarie, in maggior parte nuove, sebbene alcune fossero già state proposte in altri studi ma senza una solida significatività statistica", aggiunge Maristella Steri, statistico presso l'Irgb-Cnr. I ricercatori hanno poi confrontato i risultati ottenuti con i dati presenti in database pubblici scoprendo che in alcuni casi questi geni erano già associati a celiachia e malattie autoimmuni come colite ulcerosa, diabete di tipo I, sclerosi multipla, artrite reumatoide. "Individuare i geni che influenzano le cellule del sistema immunitario e il rischio di insorgenza di patologie autoimmuni è il primo passo per intraprendere studi funzionali mirati alla caratterizzazione dei complessi meccanismi che regolano il sistema", sottolinea Edoardo Fiorillo, ricercatore dell'Irgb-Cnr. Studi precedenti dello stesso Istituto, nell'ambito del progetto ProgeNIA/SardiNIA, hanno identificato geni associati ad altezza, glicemia, colesterolo, lipidi ematici e parametri ematologici come l'emoglobina fetale. "Uno dei punti di forza della nostra ricerca è la popolazione oggetto dello studio", conclude Francesco Cucca. "I sardi rappresentano una popolazione ideale per gli studi di genetica, con risultati che spesso hanno una valenza più generale per il resto dell'umanità: in questo caso, capire come la genetica regoli il sistema immunitario e l'autoimmunità ci avvicina allo sviluppo di terapie nuove e più efficaci per il trattamento di patologie autoimmuni". (PO / red)

262111 SET 13

giovedì 26 settembre 2013